Che cosa sono i derivati: guida per investire facile
Come si può oggi pensare di diventare trader senza aver approfondito e analizzato a fondo il mondo dei derivati?
Senza di essi, molto probabilmente, la finanza sarebbe rimasta un luogo per gente con i soldi che fa in modo di avere più soldi. I derivati, non solo hanno permesso anche a capitali più piccoli di accedere ai mercati finanziari ma, cosa più importante, hanno accelerato l’intero processo di investimento.
Bypassando le lunghe negoziazioni e i tempi morti delle contrattazioni alla base dei tradizionali investimenti sui mercati, con i derivati si possono raccogliere istantaneamente i frutti delle proprie intuizioni e delle proprie analisi.
In questa guida agli strumenti finanziari derivati ti spiegheremo:
- come funzionano
- come usarli per investire
- se siano realmente convenienti
L’obiettivo è quello di spiegarti le opportunità di investimento con piattaforme dedicate e a costo ZERO. La migliore? eToro, che grazie al suo Copy Trading ha facilitato ulteriormente l’uso dei derivati permettendo anche ai meno esperti di guadagnare come un professionista.
Come? Te lo spiegheremo nel corso di questa guida.
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Indice
Strumento derivato: cosa significa?
Uno strumento derivato, o semplicemente derivato, come indica il nome stesso, è un titolo finanziario che dipende direttamente da un asset o da altre attività sottostanti (azioni, indici, materie prime, criptovalute, …).
Questa dipendenza diretta tra lo strumento e l’asset fa sì che i prodotti derivati spesso vengano indicati con il nome del titolo che rappresentano. Ad esempio, CFD Amazon indica uno strumento derivato (CFD) che dipende dalle azioni Amazon.
Spesso gli strumenti derivati si costituiscono di contratti a termine che vengono stipulati tra il compratore e il venditore al momento dell’investimento, e che riguarda le variazioni di prezzo dell’asset sottostante in una data unità di tempo. Per questo motivo ciò su cui si sta investendo non è il possesso di un titolo finanziario (non si tratta di acquistare o vendere azioni di una società in senso tradizionale) ma la realizzazione delle condizioni del contratto.
Investire al rialzo su CFD Amazon significa investire in un contratto che dà, entro un tot di tempo, le azioni Amazon in rialzo. Se ciò si verifica si traggono profitti, se ciò non si verifica, invece, perdite!
A cosa servono i derivati
I derivati, come ti abbiamo accennato sopra, sono degli strumenti che servono principalmente ad abbassare i requisiti di ingresso al mercato: non solo in termini di capitale minimo ma anche e soprattutto di tempo.
Se prima, infatti, per iniziare ad investire si rendevano necessarie centinaia di migliaia di euro, con i derivati si può sfruttare l’effetto leva. La leva finanziaria è uno strumento che permette di impegnare una cifra nettamente inferiore a quella stipulata dal contratto.
Facciamo un esempio: in Europa, sappiamo che la leva presenta un massimo legale di 1:30, il che significa che si possono impegnare capitali equivalenti ad 1/30 della soglia di investimento indicata dal derivato.
Se si vuole investire in CFD azioni Amazon, quotate a 1800 dollari, con leva 1:30, infatti, si può realizzare un investimento su una sola azione Amazon con 60 euro (ovvero un trentesimo del valore). Se quelle passano, in un mese, a quota 2000, a fronte di una cifra impegnata di appena 60 euro si può ricavare un profitto di 140 euro.
Senza la leva finanziaria l’investimento non sarebbe stato possibile a meno che non si fosse impegnata la cifra corrispondente al prezzo pieno delle azioni Amazon.
Per quanto riguarda, invece, il tempo, gli strumenti derivati permettono di eliminare le pratiche burocratiche connesse all’acquisto diretto, che possono provocare ritardi di giorni o anche settimane.
In questo modo non solo le intuizioni del momento possono essere rapidamente coronate, ma si rende anche possibile realizzare un’operatività intra-day che sia a tutti gli effetti efficace e proficua.
Quali sono i principali strumenti derivati
Il mondo degli strumenti derivati non si arresta ai CFD (che approfondiremo in seguito) i quali, tra i tanti, sono forse quelli più recenti e più flessibili, in quanto scambiati unicamente sui mercati OTC (Over The Counter), ovvero non riconosciuti dai tradizionali mercati, come le Borse Valori.
In generale i derivati vengono suddivisi in plain vanilla, ovvero i tipi standard di derivati, e in esotici, ovvero i tipi più complessi.
I derivati più noti sono:
Futures
Si tratta di contratti che impegnano uno dei contraenti all’acquisto di un determinato asset ad una certa data e ad un prezzo prefissato.
Sono contratti standardizzati per quanto riguarda importi e scadenze e si concentrano prevalentemente su diversi asset:
- o su asset puramente finanziari (titoli a reddito fisso, valute o indici azionari)
- o sul settore delle materie prime (commodity futures).
Inutile dire che il profitto si ricava se nel mentre il valore dell’asset è salito rispetto al prezzo prefissato, in modo che, rivendendo la sua posizione, questi può ricavare profitto.
Forward Rate Agreement
Anche detti brevemente FRA, sono contratti in cui le due parti si accordano per scambiarsi un importo di denaro. Questo è determinato sulla base di un tasso fisso concordato e un tasso di riferimento (molto spesso il LIBOR).
Stavolta il profitto si cela sotto la variazione dei tassi di interesse di riferimento.
Swap
Gli swap sono contratti che impegnano i due contraenti a scambiarsi flussi monetari futuri. Uno si obbliga a pagare interessi calcolati su un tasso fisso e l’altro calcolati a tasso variabile.
Questo strumento risulta essere particolarmente utile nel caso in cui i due contraenti abbiamo impegnato denaro secondo modalità e tempistiche differenti. Così da rendere il contratto complementare al loro impegno.
Un esempio celeberrimo sono i Credit Default Swap che Michael Burry contrasse con le principali banche americane in occasione della crisi dell’immobiliare del 2008/2009.
Con questo derivato, Michael Burry accettava di pagare alla banca premi periodici a tasso fisso. La banca si impegnava a versare a Burry il valore nominale dell’importo dei crediti che possedeva nel settore immobiliare (miliardi e miliardi di dollari).
Quando il settore immobiliare crollò, come Burry aveva previsto, le banche dovettero versargli l’equivalente del valore nominale che avevano impegnato nel settore. Tale importo era equivalente al valore fittizio della bolla immobiliare, proporzionato all’investimento di Burry.
Un investimento di 100 milioni in Credit Default Swap presso JP Morgan copriva, ad esempio, il 10% del totale dei mutui rilasciati da JP Morgan. Fintantoché questi mutui non risultavano insolventi (Default) Burry doveva pagare alla banca dei premi semestrali.
Quando, tuttavia, il mercato immobiliare crollò, JP Morgan dovette versare a Burry il 10%. Questa cifra era relativa alla sua esposizione totale sull’immobiliare (in totale circa 11 miliardi di dollari).
Investire in derivati: i CFD
Tra gli strumenti derivati più utili ai piccoli investitori vi sono i CFD (Contract For Difference, ma anche gli ETF). Come si può intuire dal nome, i CFD si basano sulla differenza di prezzo maturata dal titolo sottostante tra l’apertura e la chiusura del mercato.
Questo li rende uno strumento particolarmente semplice da impiegare per i principianti, in quanto segue in tutto e per tutto i ragionamenti che tipicamente vengono condotti sui titoli di mercato: investire al rialzo se il prezzo sale (posizione long), al ribasso se il prezzo scende (posizione short). Alcuni si riferiscono a questo tipo di investimento come speculazione.
Nel mercato dei derivati, nel caso in cui il CFD preveda la consegna di un titolo sottostante a scadenza (come nel caso della vendita allo scoperto), la transazione avverrà sulla base del prezzo di esercizio (definito dalle parti) e non sulla base del prezzo spot (ossia il prezzo di mercato).
Inoltre, le negoziazioni avvengono prive di commissioni perché gli intermediari che offrono i CFD utilizzano hanno come introito lo spread, che può essere definito come la differenza di prezzo del derivato tra il contratto di acquisto e quello di vendita.
Non a caso le migliori piattaforme di trading online permettono di fare trading principalmente su CFD.
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Conclusioni
Tirando le somme: conviene investire in strumenti derivati?
In generale si può affermare che non solo conviene investire in strumenti derivati, ma che questi costituiscono la sola possibilità di investire piccole somme.
Come abbiamo visto, infatti, i CFD permettono non solo di sfruttare la leva finanziaria ma, trattandosi di strumenti derivati, non presentano alcun costo burocratico e di amministrazione, motivo per cui vengono per lo più resi disponibili a zero commissioni dai broker.
Inoltre, è doveroso ricordare che le migliori piattaforme offrono un’eccellente simulazione del trading online: in pratica è possibile investire usando soldi virtuali, in modo da imparare velocemente e senza rischi tutto quello che c’è da sapere per andare a colpo sicuro quando si inizia a operare con denaro reale.
In definitiva, specialmente se deciderai di affidarti alle migliori piattaforme che ti abbiamo indicato, investire in CFD non sarà solo conveniente ma anche sicuro.
Si tratta di strumenti finanziari che dipendono da un asset sottostante (indici, azioni, materie prime, …).
Sono contratti a termine stipulati tra il compratore e il venditore al momento dell’investimento, con oggetto le variazioni di prezzo dell’asset sottostante in una data unità di tempo.
I più famosi sono i futures, i forward rate agreement, gli swap, gli ETF e i CFD.
Al giorno d’oggi la scelta ricade su eToro, XTB e Trade.com.